Volleyrò pronto per il ritiro

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È iniziata lunedì scorso la preparazione del Volleyrò. Al PalaFord si sono ritrovati tutti i gruppi sportivi della società romana, dalle più piccole dell’Under 12 fino alle più grandi dell’Under 18. La prima fase proseguirà a Roma fino al 29 agosto, poi le ragazze delle formazioni di Serie B1 e di B2 si trasferiranno con lo staff a Morbegno (Sondrio) dove riprenderanno, fino al 3 settembre, ad allenarsi in compagnia del Novara, club partner del Volleyrò. Novara, squadra di A1, non è, però, l’unica società che ha scelto di unire il proprio prestigioso marchio a quello del Volleyrò. In giro per l’Italia, infatti, ci sono tante realtà pallavolistiche che condividono con il club capitolino valori ed esperienze.

Durante la prima seduta di allenamento, ad esempio, c’erano a seguire il lavoro delle ragazze anche Michele Pamio, in rappresentanza del Veneto, responsabile del settore volley del Centro Sportivo Libertas Scorzè, in provincia di Venezia, e Vito Ferrara, direttore tecnico del Centro Sportivo San Lorenzo di Mercato San Severino, in provincia di Salerno.

«Noi del Centro Sportivo Libertas Scorzè – spiega Pamio – abbiamo deciso di unirci al progetto del Volleyrò perché crediamo nella validità dell’iniziativa. Non è una questione di scambio di giocatrici che ci interessa, bensì confrontare diverse esperienze tecniche e gestionali con il solo scopo di arricchire il bagaglio tecnico e umano delle ragazze attraverso il confronto con atlete di altre parti d’Italia. Sarebbe bello che, conoscendosi, le ragazze possano diventare addirittura amiche e instaurare dei rapporti che vadano al di là dello sport».

Gli fa eco Ferrara che da anni ormai con la sua società ha aderito a questo speciale “gemellaggio”. «Con il Volleyrò – dice – ci siamo spesso affrontati da fieri avversari sul campo ma, allo stesso tempo, abbiamo sempre mantenuto ottimi rapporti. Al Centro Sportivo San Lorenzo sosteniamo che non ci debbano essere gelosie tra club anzi, ogni occasione è valida per confrontarci e imparare. Massima apertura possibile, quindi, con l’idea che lo scambio di esperienze possa essere per le ragazze una straordinaria scuola di vita».